Sorveglianza attiva per la stratificazione del rischio di tutte le piccole masse renali prive di criteri clinici predefiniti per l’intervento
Scopo:
Nonostante la generale indolenza delle piccole masse renali (SRM) e nessuna avversità nota derivante da ritardi nel trattamento, l’uso diffuso della sorveglianza attiva (AS) non è stato studiato come mezzo per stratificare il rischio dei pazienti. con SRM per un trattamento più selettivo.
Descriviamo i risultati di un nuovo approccio in cui la sorveglianza attiva (AS) è stata raccomandata per tutti i pazienti con SRM che non disponevano di criteri di progressione predefiniti per l’intervento (PCI).
Materiali e metodi:
Tutti i pazienti con SRM non metastatico e non dipendente dalla dialisi visitati da un urologo presso un centro oncologico completo tra gennaio 2013 e settembre 2017 sono stati trattati con sorveglianza attiva in assenza di criteri standardizzati di progressione predefinita per l’intervento (PCI) e con intervento ritardato (DI) è stato raccomandato solo dopo lo sviluppo di criteri di progressione predefiniti per l’intervento (PCI).
I criteri di progressione predefiniti per l’intervento (PCI) sono stati definiti in modo prospettico come sintomi correlati all’SRM, istologia sfavorevole, stadio cT3a o uno qualsiasi dei seguenti senza istologia bioptica neoplastica benigna: diametro del tumore più lungo (LTD) > 4 cm; tasso di crescita > 5 mm/anno per LTD≤3 cm o > 3 mm/anno per LTD > 3 cm.
Risultati:
- Il 96% (123/128) dei pazienti con SRM non presentava PCI alla presentazione ed è stato sottoposto a sorveglianza attiva.
- Con un follow-up mediano/medio di 31/34 mesi, nessuno ha sviluppato metastasi e il 30% (37/123) ha sviluppato PCI, di cui il 78% (29/37) è stato sottoposto a DI.
- Un paziente (1%) è stato trasferito all’intervento differito (DI) senza PCI.
- I tassi di assenza di PCI e di DI a 3 anni erano rispettivamente del 72% e del 75%.
- Le resezioni DI sono state arricchite (62%) per patologia maligna nucleare di grado 3-4 pT3 e/o, senza resezioni benigne.
Conclusioni: L’utilizzo di PCI predefinito in pazienti SRM non selezionati consente di concentrarsi sugli SRM a rischio con patologia avversa comune, evitando il trattamento per la maggior parte dei pazienti SRM. Il DI a lungo termine e la sicurezza oncologica richiedono studio. |