Punti salienti
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Contesto e obiettivi
Il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) è un fattore di rischio indipendente ben riconosciuto per ASCVD, lo scopo di questo studio era di indagare gli effetti di un inibitore della dipeptidil peptidasi-4, sitagliptin , sulla prevenzione della progressione dell’aterosclerosi. malattia coronarica valutata mediante analisi dell’angiografia coronarica quantitativa tridimensionale (3D-QCA) in pazienti con T2DM con malattia coronarica (CAD).
Metodi
Si trattava di uno studio prospettico, randomizzato, a doppio centro, in aperto, in cieco, controllato, della durata di 18 mesi, condotto in pazienti con CAD e T2DM.
Sono stati inclusi un totale di 149 pazienti , che avevano almeno 1 placca aterosclerotica con un restringimento del lume di un’arteria coronaria dal 20% all’80% e che non erano stati sottoposti a intervento durante l’angiografia coronarica clinicamente indicata o l’intervento coronarico percutaneo. Sono stati randomizzati al gruppo sitagliptin (n = 74) o al gruppo di controllo (n = 75).
Alla fine dello studio, la progressione dell’aterosclerosi è stata misurata ripetendo l’esame 3D-QCA in 88 pazienti.
L’ esito primario era rappresentato dalle variazioni del volume percentuale dell’ateroma (PAV) dal basale al completamento dello studio misurato mediante 3D-QCA.
Gli esiti secondari includevano la variazione del volume totale dell’ateroma (TAV) derivato dal 3D-QCA e la perdita tardiva del lume (LLL).
Risultati
L’esito primario della PAV è aumentato dell’1,69% (95% CL, -0,8%–4,2%) con sitagliptin e del 5,12% (95% CL, 3,49%–6,74%) con il trattamento convenzionale (p = 0,023).
L’esito secondario della variazione del TAV nei pazienti trattati con sitagliptin è aumentato da 6,45 mm3 (95% CL, da -2,46 a 6,36 mm3) e 9,45 mm3 (95% CL, da -4,52 a 10,14 mm3) con il trattamento convenzionale (p = 0,023 ), tuttavia, non è stata osservata alcuna differenza significativa tra i gruppi (p = 0,175).
I pazienti trattati con sitagliptin avevano un LLL simile rispetto agli agenti antidiabetici convenzionali (-0,06, 95% CL, da -0,22 a 0,03 vs. -0,08, da -0,23 a -0,03 mm, p = 0,689).
Conclusioni
Nei pazienti con diabete di tipo 2 e malattia coronarica, il trattamento con sitagliptin ha determinato un tasso significativamente inferiore di progressione dell’aterosclerosi coronarica rispetto al trattamento convenzionale.